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Dal secondo libro dei Maccabei 15, 1-39

1Nic�nore, avendo saputo che gli uomini di Giuda si trovavano nella regione della Samaria, decise di assalirli a colpo sicuro nel giorno del riposo. 2Poich� i Giudei che l'avevano seguito forzatamente gli dicevano: "Assolutamente non devi ucciderli in modo cos� crudele e barbaro; rendi onore al giorno che � stato gia onorato rivestendolo di santit� da colui che tutto vede", 3quell'uomo tre volte scellerato chiese se c'era in cielo un Signore che aveva comandato di celebrare il giorno del sabato. 4Essi risposero: "Vi � il Signore vivente; egli � il sovrano del cielo, che ha comandato di celebrare il settimo giorno". 5L'altro ribatt�: "E io sono sovrano sulla terra, che comando di prendere le armi e portare a termine le disposizioni del re". Tuttavia non riusc� a mandare ad effetto il suo crudele intento.

6Nic�nore, dunque, alzata la testa con tutta la superbia, aveva decretato di erigere un pubblico trofeo per la vittoria sugli uomini di Giuda. 7Il Maccabeo invece era costantemente convinto e pienamente fiducioso di trovare protezione da parte del Signore. 8Esortava i suoi uomini a non temere l'attacco dei pagani, ma a tener fissi in mente gli aiuti che in passato erano venuti loro dal Cielo e ad aspettare ora la vittoria che sarebbe stata loro concessa dall'Onnipotente. 9Confortandoli cos� con le parole della legge e dei profeti e ricordando loro le lotte che avevano gia condotte a termine, li rese pi� coraggiosi. 10Avendo cos� stimolato i loro sentimenti, espose e denunzi� la malafede dei pagani e la violazione dei giuramenti. 11Dopo aver armato ciascuno di loro non tanto con la sicurezza degli scudi e delle lance quanto con il conforto delle egrege parole, li riemp� di gioia, narrando loro un sogno degno di fede, anzi una vera visione. 12La sua visione era questa: Onia, che era stato sommo sacerdote, uomo eccellente, modesto nel portamento, mite nel contegno, dignitoso nel proferir parole, occupato dalla fanciullezza in quanto riguardava la virt�, con le mani protese pregava per tutta la nazione giudaica. 13Gli era anche apparso un personaggio che si distingueva per la canizie e la dignit� ed era rivestito di una maest� meravigliosa e piena di magnificenza. 14Onia disse: "Questi � l'amico dei suoi fratelli, colui che innalza molte preghiere per il popolo e per la citt� santa, Geremia il profeta di Dio". 15E Geremia stendendo la destra consegn� a Giuda una spada d'oro, pronunciando queste parole nel porgerla: 16"Prendi la spada sacra come dono da parte di Dio; con questa abbatterai i nemici".

17Esortati dalle bellissime parole di Giuda, capaci di spingere all'eroismo e di rendere virile anche l'animo dei giovani, decisero di non restare in campo, ma di intervenire coraggiosamente e decidere la sorte attaccando battaglia con tutto il coraggio, perch� la citt� e le cose sante e il tempio erano in pericolo. 18Minore era il loro timore per le donne e i figli come pure per i fratelli e i parenti, poich� la prima e principale preoccupazione era per il tempio consacrato. 19Anche per quelli rimasti in citt� non era piccola l'angoscia, essendo tutti turbati per l'ansia del combattimento in campo aperto. 20Mentre tutti erano in attesa della prova imminente e i nemici gia avevano cominciato ad attaccare e l'esercito era in ordine di battaglia e gli elefanti erano piazzati in posizione opportuna e la cavalleria schierata ai lati, 21il Maccabeo dopo aver osservato le moltitudini presenti e la svariata attrezzatura delle armi e la ferocia delle bestie, alz� le mani al cielo e invoc� il Signore che compie prodigi, convinto che non � possibile vincere con le armi, ma che egli concede la vittoria a coloro che ne sono degni, secondo il suo giudizio. 22Invocando il Signore, si esprimeva in questo modo: "Tu, Signore, inviasti il tuo angelo al tempo di Ezechia re della Giudea ed egli fece perire nel campo di Senn�cherib centottantacinquemila uomini. 23Anche ora, sovrano del cielo, manda un angelo buono davanti a noi per incutere paura e tremore. 24Siano atterriti dalla potenza del tuo braccio coloro che bestemmiando sono venuti qui contro il tuo santo tempio". Con queste parole egli termin�.

25Gli uomini di Nic�nore avanzavano al suono delle trombe e degli inni di guerra. 26Invece gli uomini di Giuda con invocazioni e preghiere si gettarono nella mischia contro i nemici. 27In tal modo combattendo con le mani e pregando Dio con il cuore, travolsero non meno di tretacinquemila uomini, rallegrandosi grandemente per la manifesta presenza di Dio. 28Terminata la battaglia, mentre facevano ritorno pieni di gioia, riconobbero Nic�nore caduto con tutte le sue armi. 29Levarono alte grida dandosi all'entusiasmo, mentre benedicevano l'Onnipotente nella lingua paterna. 30Quindi colui che era stato sempre il primo a combattere per i suoi concittadini con anima e corpo, colui che aveva conservato l'affetto della prima et� verso i suoi connazionali, comand� che tagliassero la testa di Nic�nore e la sua mano con il braccio e li portassero a Gerusalemme. 31Quando vi giunse, chiam� a raccolta tutti i connazionali e i sacerdoti davanti all'altare: sostando in mezzo a loro mand� a chiamare quelli dell'Acra 32e mostr� loro la testa dell'empio Nic�nore e la mano che quel bestemmiatore aveva steso contro la sacra dimora dell'Onnipotente pronunciando parole orgogliose. 33Tagliata poi la lingua del sacrilego Nic�nore, la fece gettare a pezzi agli uccelli e ordin� di appendere davanti al tempio la mercede della sua follia.

34Tutti allora, rivolti verso il cielo, benedissero il Signore glorioso dicendo: "Benedetto colui che ha conservato la sua dimora inviolata". 35Fece poi appendere la testa di Nic�nore all'Acra alla vista di tutti, perch� fosse segno manifesto dell'aiuto di Dio. 36Quindi decretarono unanimemente con voto pubblico di non lasciar passare inosservato quel giorno, ma di commemorarlo il tredici del decimosecondo mese - che in lingua siriaca si chiama Adar - il giorno precedente la festa di Mardocheo.

37Cos� andarono le cose riguardo a Nic�nore e, poich� da quel tempo la citt� � rimasta in mano agli Ebrei, anch'io chiudo qui la mia narrazione. 38Se la disposizione dei fatti � riuscita scritta bene e ben composta, era quello che volevo; se invece � riuscita di poco valore e mediocre, questo solo ho potuto fare. 39Come il bere solo vino e anche il bere solo acqua � dannoso e viceversa come il vino mescolato con acqua � amabile e procura un delizioso piacere, cos� l'arte di ben disporre l'argomento delizia gli orecchi di coloro a cui capita di leggere la composizione. E qui sia la fine.

 

 

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