change language
jsi v: home - pŘehled tisku newsletterkontaktlink

Support the Community

  

La Civiltà Cattolica

16 Květen 2017

La corruzione che uccide. La storia di Floribert Bwana Chui

 
verze pro tisk

Quella di Floribert Bwana Chui – giovane doganiere congolese di Goma – è la storia di un uomo assassinato per non aver ceduto alla corruzione (1). Conoscerla aiuta a capire le nuove forme di martirio: si tratta di un sacrificio silenzioso e lontano dagli interessi dei media, che però scuote la vita sociale e politica di quegli Stati in cui la corruzione è diventata consuetudine.
Lo ha ribadito anche papa Francesco nel suo viaggio in Africa del 2015, quando una giovane gli ha chiesto: «Si può giustificare la corruzione per il fatto che tutti sono corrotti? Come possiamo essere cristiani e combattere il male della corruzione?». Nella risposta, il Papa ha precisato: «La corruzione è qualcosa che ci entra dentro. È come lo zucchero […]. Ogni volta che accettiamo una “bustarella”, distruggiamo il nostro cuore e la nostra patria […]. Come in tutte le cose, bisogna cominciare: se non vuoi la corruzione, comincia tu, adesso! Se non cominci tu, non comincerà neanche il tuo vicino». Parlando ai giovani, durante la visita, ha poi aggiunto: «Ragazzi e ragazze, la corruzione non è un cammino di vita: è un cammino di morte!» (2).

Chi era Floribert?

Francesco De Palma racconta la vita di Floribert Bwana Chui bin Kositi attraverso le vicende tortuose del Congo contemporaneo. La sua è una storia breve e piena di fede, che si è incarnata in una terra umanamente ricca e paesaggisticamente bella, ma politicamente complessa e travagliata.
Floribert nasce il 13 giugno 1981 a Goma, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, ai confini con il Rwanda, e cresce in un tempo che non conosce la pace, a causa di due recenti guerre sanguinose. Viene ucciso a Goma, il 7 luglio 2007, per aver bloccato il passaggio di generi alimentari deteriorati, nocivi per la salute della popolazione. Muore a soli 26 anni.
Nel volume è raccolta un’antologia di testimonianze che ricordano Floribert come una persona magnanime, che non ha smesso di credere di poter cambiare il (suo) mondo grazie alla fede in Cristo; egli nutriva, infatti, la convinzione che «non si è mai così poveri da non poter aiutare qualcun altro più povero di noi». A poco a poco, il lettore è accompagnato a contemplare, nella vita fragile del protagonista, il crescere di una forza interiore che negli anni lo porta a impegnarsi nelle Scuole della Pace, nell’orfanotrofio di Baraza e nel quartiere di Mabanga.

Floribert crede nella forza della riconciliazione, che favorisce l’incontro. Senza trascurare gli studi, conclusi nell’estate del 2006 con la laurea in Economia, presta aiuto ai ragazzi di strada. Poi il lavoro a Kinshasa, all’Office Congolais de Contrôle (Occ), l’agenzia statale che si occupa di verificare la qualità delle merci che transitano in Congo. Poco dopo, Floribert viene trasferito a Goma, dove vivono i suoi genitori, la fidanzata, gli amici e tanti ragazzi di strada che conosce. Lì la responsabilità aumenta. Anzitutto, davanti alla sua coscienza di credente: attraverso il lavoro sente che la vita e la salute della gente vengono affidate alle sue scelte. Nelle vesti di commissario di avaria, è chiamato a sequestrare e distruggere le derrate alimentari che entrano in Congo dal Rwanda attraverso le barrières doganali di Goma senza i requisiti igienici e commerciali previsti dalla legge. L’onestà nutrita dalla fede Il coraggio Floribert lo trova nella fede. Nella sua Bibbia è evidenziato un brano che lo provoca: «Ai soldati che lo interrogano – E noi, che cosa dobbiamo fare? – Gesù rispose: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe” (Lc 3,12-14)». Per Floribert questo è un imperativo morale: non esigere nulla di più di quanto è stato fissato. Ne è convinto nonin forza, ma a causa della fede. Tutto è così semplice da sembrare scontato: è il ritorno dell’onestà.
La silenziosa rivoluzione degli onesti parte da qui. La vita di Floribert insegna che se qualcuno non inizia a insorgere contro la corruzione, la storia comune non si salverà. È infatti la cupidigia di denaro la radice di ogni corruzione che porta a deridere le leggi, a vendersi per denaro, a uccidere gli onesti.
Tra la fine di giugno e l’inizio di luglio 2007 Floribert confida a un amico: «Si ricevono molte pressioni. Ma non voglio cedere. Se non distruggessi ciò che è dannoso per la salute di tanta gente, se accettassi di farmi corrompere, sarebbe come tradire tutto ciò in cui ho creduto, sarebbe come se accettassi la mia, di distruzione.
Io vado avanti, ho bloccato dei quantitativi di riso avariato: non si può esporre la popolazione al pericolo». Le sue paure le «esorcizzava» con il canto La résurrection pour l’ Afrique, della Comunità di Sant’Egidio, alla quale apparteneva.
Anche i vescovi africani hanno auspicato, nel 2003 che «i cristiani siano eroi della lotta incruenta per la ricostruzione nazionale». In particolare, per i vescovi del Congo la ricostruzione nazionale passa attraverso la lotta alla corruzione. È il combattimento cristiano fatto con le sole armi della fede: l’amicizia, la riconciliazione, la verità, la responsabilità, la costruzione del bene comune.
Floribert camminava nella fede sulla strada tracciata dal carisma della Comunità di Sant’Egidio. Era rimasto attratto dal modo in cui la forza del dialogo aveva ottenuto la pace in Mozambico, dal fatto che «la Comunità era riuscita a riconciliare chi si combatteva da anni». Quell’esperienza gli dava la forza di parlare ai giovani di Kigali, in Rwanda.

Nel cuore degli amici

Il volume riporta la testimonianza di Trésor, uno dei suoi fratelli, che spiega come Floribert non si sia mai piegato ad alcun ricatto: «Volevano far passare comunque delle derrate alimentari avariate, senza che venissero distrutte. Gli avevano offerto dei soldi, lui aveva rifiutato, lo avevano minacciato. Floribert me lo aveva accennato. Ma aveva insistito sul fatto che non avrebbe mai accettato denaro in cambio della vita di qualcuno, perché chi si fosse trovato a mangiare quel cibo deteriorato sarebbe potuto morire».
A suor Jeanne-Cécile Nyamungu Floribert aveva confidato che «avevano cercato di corromperlo perché non distruggesse del cibo avariato, gli avevano offerto prima 1.000 dollari, poi di più, fino ad arrivare a 3.000. Ma lui aveva rifiutato: in quanto cristiano non poteva accettare di mettere in pericolo la vita di tanta gente. Gli ho detto che aveva fatto bene, che operando così non si era reso complice del male. Lui ha aggiunto: “Il denaro presto sparirà. E invece, quelle persone che dovessero consumare quei prodotti, cosa sarebbe di loro?”. Ha continuato: “Vivo nel Cristo o no? Vivo per Cristo oppure no? Ecco perché non posso accettare. È meglio morire piuttosto che accettare quei soldi”. Così ha concluso. Eravamo d’accordo di rivederci il sabato successivo, per parlarne ancora. Ma non mi sono liberata prima delle 15,00, quel sabato quando l’ho chiamato al cellulare, non rispondeva, era già stato rapito».
Il 7 luglio Floribert viene rapito e ucciso. Mentre esce da un negozio viene costretto a salire su una vettura. I tentativi di ricerca non sortiscono effetti. Due giorni dopo, a mezzogiorno, viene ritrovato senza vita da un motociclista. Il suo corpo porta i segni delle percosse e delle torture subite nelle ore di prigionia.
Dopo l’autopsia, suor Jeanne-Cécile, la sua amica medico, afferma: «Era stato torturato atrocemente, gli avevano rotto i denti, così come il braccio sinistro, e c’erano vistose tracce di ferro da stiro sull’apparato genitale e sulle natiche».
Di corruzione si muore. Avviene ogni volta che la forza del corrumpere, che significa «rompere in tante parti», eclissa il bene comune.
Se, da una parte, la corruzione seduce e attrae, dall’altra, come ricorda papa Francesco, costringe gli uomini a sporcarsi il cuore, impedisce alla coscienza di compiere scelte generose verso gli altri, toglie la libertà di ascoltare la voce di Dio. Per questo gli uomini corrotti, invece di distinguere il bene dal male, si limitano ad autogiustificare il male (3). Dire «no» alla corruzione, in Africa e in molti altri angoli del mondo, può costare il sacrificio della vita.
Nel volume vengono presentate alcune piste interpretative sul mistero di questa morte. Non è così difficile comprenderla, anche se ancora oggi non è stata fatta luce al riguardo. Forse pesò il rifiuto dato da Floribert al commissario di sanità che provò a corromperlo, forse si trattò di una ritorsione per i generi alimentari deteriorati già distrutti, oppure una scelta dei poteri forti e corrotti per impedirgli di distruggerne ancora. In ogni caso, Floribert è stato ucciso perché, in forza della sua fede, ha detto «no» alla corruzione. Egli diceva: «Prendi il Vangelo e leggilo. Ti consolerà, ti darà gioia».
Nella sua introduzione al volume, Andrea Riccardi sottolinea la forza che la sconfitta degli uomini di pace e di fede lascia in eredità: «Questa storia merita attenzione […]. È una vicenda molto triste, che mostra la forza della corruzione e il clima di violenza. Ma è anche la storia della “forza debole” di un giovane che crede. Indica la via della risurrezione dell’Africa, che comincia dai giovani e dai laici».
La storia di Floribert non è però una vicenda confinata alla frontiera tra Congo e Rwanda: il suo silenzioso sacrificio interroga tutte le frontiere del mondo, in cui la corruzione può essere sconfitta dall’onestà, perché – come affermava Floribert – «la salute della gente vale di più del denaro».

La Civiltà Cattolica

Note
1. Cfr R. De Palma, Il prezzo di due mani pulite. Un giovane contro la corruzione nella Repubblica democratica del Congo, Milano, Paoline, 2015.
2. Papa Francesco, «Discorso ai giovani», nello Stadio Kasarani, Nairobi (Kenya), 27 novembre 2015; cfr vatican.va/ 27 novembre 2015.
3. Cfr J. M. Bergoglio, Guarire dalla corruzione, Bologna, Emi, 2013, 12.


 PŘEČTĚTE SI TAKÉ
• ZPRÁVY
3 Červen 2011

Rome: In the Basilica of San Bartolomeo, the delivery of the stole of Ragheed Aziz Ganni, Chaldean priest killed in Mosul in Iraq

IT | EN | ES | DE | FR | CA | NL
6 Duben 2011

Rome - The Bible of Shabaz Bhatti, the pakistani minister has been delivered to the basilica of San Bartolomeo, memorial of martyrs and witnesses of faith in XX and XXI century

IT | EN | ES | FR | NL | PL
25 Březen 2011

Uvira (Democratic Republic of Congo) - The commitment of Community of Sant'Egidio in the Kivu region to protect the life of the elderly

IT | EN | ES | DE | FR | PT | NL
17 Září 2010

Rome: In the Basilica of San Bartolomeo, memory of a Cambodian bishop, victim of the Khmer Rouge genocide

IT | EN | ES | DE | FR | PT | CA | NL
všechny novinky
• ZPRÁVA
26 Únor 2018
Roma sette

Congo e Sud Sudan, Gnavi: «La liberazione ha il nome di Gesù»

22 Únor 2018
Famiglia Cristiana

La preghiera sia un urlo contro le guerre

21 Únor 2018
SIR

Giornata preghiera e digiuno: Comunità di Sant’Egidio, adesione all’invito del Papa. Veglia nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma e in molte città italiane

21 Únor 2018
Vatican Insider

Sant’Egidio si unisce alla Giornata di digiuno per Congo e Sud Sudan indetta dal Papa

2 Únor 2018
Roma sette

A San Bartolomeo all’Isola le memorie dei pallottini assassinati in Argentina nel ’76

27 Listopad 2017
SIR

Sant’Egidio: veglia di preghiera a San Bartolomeo per suor Veronika Theresia

celý tiskový přehled
• UDÁLOSTI
25 Srpen 2017 | MAPUTO, MOZAMBIK

Presentazione a Maputo dell'edizione portoghese de ''Il prezzo di due mani pulite''

VŠECHNA SETKÁNÍ MODLITEB ZA MÍR
• NO TREST SMRTI
10 Říjen 2017

On 15th World Day Against the Death Penalty let us visit the poorest convicts in Africa

7 Říjen 2015
SPOJENÉ STÁTY

The World Coalition Against the Death Penalty - XIII world day against the death penalty

5 Říjen 2015
EFE

Fallece un preso japonés tras pasar 43 años en el corredor de la muerte

24 Září 2015

Pope Francis calls on Congress to end the death penalty. "Every life is sacred", he said

12 Březen 2015
AFP

Arabie: trois hommes dont un Saoudien exécutés pour trafic de drogue

12 Březen 2015
Associated Press

Death penalty: a look at how some US states handle execution drug shortage

9 Březen 2015
Reuters

Australia to restate opposition to death penalty as executions loom in Indonesia

9 Březen 2015
AFP

Le Pakistan repousse de facto l'exécution du meurtrier d'un critique de la loi sur le blasphème

9 Březen 2015
AFP

Peine de mort en Indonésie: la justice va étudier un appel des deux trafiquants australiens

28 Únor 2015
SPOJENÉ STÁTY

13 Ways Of Looking At The Death Penalty

15 Únor 2015

Archbishop Chaput applauds Penn. governor for halt to death penalty

11 Prosinec 2014
MADAGASKAR

C’est désormais officiel: Madagascar vient d’abolir la peine de mort!

přejít k žádnému trestu smrti
• DOKUMENTY

Omelia di S.E. Paul R. Gallagher per la commemorazione dei martiri contemporanei

Lista martiri ricordati alla veglia di preghiera della settimana Santa 2015

L'omelia di mons. Matteo Zuppi

všechny dokumenty

FOTO

512 návštěvy

527 návštěvy

520 návštěvy

576 návštěvy
všechny související média