| 24 Novemba 2017 |
Letture |
Il valore delle Scuole della pace |
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Tutti i membri della comunià di Sant'Egidio sono stati educatori delle Scuole della pace, forse uno dei progetti più riusciti. Aver rivolto l'attenzione ai bambini e alla loro crescita educativa è quindi una scommessa vinta. Nate nel 1968 nelle borgate romane, le Scuole della pace rappresentano un luogo dove al primo posto vengono messi la parola, il dialogo e l'ascolto e che oggi, a quasi 50 anni di distanza, sono presenti in tutti il mondo, in completa gratuità. Ne hanno parlato ieri sera al Museo diocesano il direttore del «Corriere del Mezzogiorno», Enzo d'Errico, Marco Rossi Doria e l'autrice del libro «Alla scuola della pace», Adriana Gulotta.
In apertura il saluto del cardinale Crescenzio Sepe: «La scuola della pace è la scuola di Cristo. Coltivare l'educazione dei bambini é una delle finalità più nobili, soprattutto nel mondo e nella nostra città che hanno tanto bisogno di pace».
Nel libro di Adriana Gulotta c'è tutto il senso della missione delle scuole della pace. Lo ha sottolineato Enzo d'Errico nel definire rivoluzionarie le esperienze che il libro racconta, perché parlano di bambini svantaggiati a cui viene dato ascolto. «Leggere un'opera fondata sull'ascolto, è un'esperienza sovversiva - ha detto il direttore del "Corriere del Mezzogiorno" - e lo è soprattutto nella nostra città che sta diventando sempre più classista perché nega i servizi essenziali a chi è in difficoltà. Il vero motore che spinge chi lavora con i bambini è la passione».
Rossi Doria, a partire dalla sua lunga esperienza educativa, ha raccontato dell'efficacia del metodo delle scuole della pace perché basato sulla fraternità e nel pieno rispetto dell'uguaglianza e della libertà di ognuno. Non un semplice doposcuola, ma luoghi dove si parla di tutto, un metodo educativo che funziona perché guarda direttamente alle persone ed ha lo sguardo aperto sul mondo.
«Le nostre scuole - ha raccontato l'autrice Gulotta - offrono una possibilità: che il futuro dei nostri ragazzi non sia un destino di marginalità. Noi pensiamo che la partita non sia persa a Napoli come in altre parti del mondo e che l'educazione sia ancora la vera strada se fatta con lo spirito dell'amicizia. Non è un caso, infatti, che siamo presenti nelle periferie delle principali città dell'Asia, dell'Africa, dell'America Latina e dell'Europa».
Domani la Comunità di Sant'Egidio presenta alla sala Valeriano del Gesù Nuovo l'annuale guida per i senza dimora «Dove», che contiene indicazioni sulle principali strutture di accoglienza di Napoli e provincia.
Elena Scarici
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