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7 September 2015 09:30 | Rogner Hotel

Intervento di Maite Carpio



Maite Carpio


Journalist and Film Director, Italy

Buon giorno a tutti e grazie della vostra partecipazione!
Umanità - Ambiente, una nuova alleanza. Questo è il titolo del nostro incontro e la ragione per cui siamo qui, insieme ai nostri illustri ospiti, per cercare di approfondire un tema molto complesso, ma di estrema rilevanza e di grande attualità: il binomio uomo - pianeta, che uso abbiamo fatto fino adesso delle risorse naturali,  il punto critico  a cui siamo arrivati e come possiamo pensare un nuovo modello di rapporto, appunto, una nuova alleanza. Un tema che supera tutte le barriere, quelle ideologiche, quelle geografiche, economiche, religiose.. uomo e ambiente diventa la questione centrale, il perno direi,  del pensiero contemporaneo.
La filosofia si è occupata dell’argomento da quando Popper dichiara: “ che il più grande scandalo della filosofia è che mentre tutto intorno a noi, il mondo della natura perisce, ci sono filosofi che continuano a discutere sulla questione se il mondo esiste o meno.” Per cui la constatazione del degrado ambientale attuale. La riflessione filosofica stabilisce due cause fondamentali della crisi ecologica del pianeta: da una parte, l’epistemologia del dominio, lo sfruttamento dispotico della natura da parte dell’uomo dominatore, dall'altra, intimamente legata alla prima, un incremento imponente del potere tecnologico  che distrugge e modifica l’ambiente a suo piacere portando ad una sorte di delirio di onnipotenza.

Ma anche Papa Francesco è intervenuto nel dibattito con grande preoccupazione, mettendo la problematica umanità/ambiente al centro delle sue riflessioni nell’Enciclica Laudato si’. Una sorprendente lettura del conflitto, che analizza con lucidità le questioni più urgenti e fa un richiamo ecumenico, rivolto all’umanità intera, a noi tutti: un’esortazione affinché ci impegniamo per la cura e la conservazione del nostro pianeta.
Il Papa offre un’attenta analisi della situazione attuale e dei danni che provoca oggi quello che lui chiama la “cultura dello scarto”.
E qui vorrei sottolineare una questione che personalmente mi sta molto a cuore. L’argomento del nostro panel è molto complesso e sono sicura che i nostri ospiti avranno modo di approfondirlo come merita ma io non voglio perdere l’occasione di evidenziare l’assurdità del nostro modo di vivere: i consumatori occidentali comprano circa il 25-30% in più del cibo che riescono a mangiare, ma il vero problema è che questo spreco drammatico non viene percepito come tale dalle famiglie. Sembra normale.
Un’analisi brevissima della follia del nostro sistema di produzione e distribuzione alimentare. Non solo  il cibo che le famiglie buttano alla spazzatura, ma la quantità di cibo coltivato che non arriva agli scaffali per questioni estetiche! Tra il 20 e il 40 % della frutta e della verdura coltivata viene scartata per ragioni cosmetiche prima di arrivare al supermercato. Per le norme europee ad esempio, le carote con meno di un centimetro di diametro non possono essere vendute e le mele con meno di 70 grammi di peso non arrivano alla catena di distribuzione…
Per non parlare del cibo scaduto o non venduto che viene scartato dai supermercati. Cosa fanno le grandi distribuzioni con il cibo che scartano? La priorità fondamentale del cibo sarebbe  quella di alimentare le persone, per cui se non riesce a essere venduto ma è ancora fresco e buono, dovremmo almeno poterlo donare come beneficenza per alimentare le persone che non ce la fanno e solo dopo possiamo considerare di usare i resti per alimentare gli animali invece di mandare tonnellate di cibo scartato alle discariche per convertirlo in una quantità ridicola di energia rinnovabile. La gente si eccita molto con l’idea di produrre energia rinnovabile dal cibo sprecato ma mi dispiace dirlo, spesso significa che il cibo che dovrebbe essere destinato per gli esseri umani o al massimo per gli animali, finisce per diventare compost grazie ai forti incentivi, incentivi  molto perversi direi.
Insomma, c’è una emorragia di sprechi lungo tutta la filiera alimentare.
Mentre nel resto del mondo, sembra retorico ricordarlo ma è cosi, 800 milioni di essere umani muoiono di fame. Il numero si è ridotto negli ultimi anni, il che vuol dire che si può fare! Ma ancora 5 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno per cause legate alla malnutrizione. Ricordiamo che la fame, oltre che la guerra, e causa  principale delle migrazioni epocali che oggi sconvolgono il nostro continente…
la malnutrizione nel mondo potrebbe essere sanata con solo un quarto del cibo che si spreca nel mondo occidentale. Sono cifre spaventose, occorre più che mai un ripensamento del nostro sistema produttivo.
Produrre cibo richiede risorse. Il cibo si spreca ma si sprecano anche la terra, l’acqua, il lavoro e tutte le emissioni di combustibile che servono per produrlo
Non c’è bisogno di produrre di più, questo pensando al problema della sovrappopolamento, ma di sprecare di meno.
Ma la questione dell’uomo e l’ ambiente implica parlare anche dell’inquinamento che provoca questo nostro folle sistema di consumo; le periferie del mondo, gli slum,  autentiche discariche di spazzatura, fonte di contaminazione; occorre parlare della deforestazione che è una delle principali cause del cambiamento climatico; e come, sempre seguendo le riflessioni dell’Enciclica Laudato si, affrontare la questione dell’acqua, il bene più prezioso dell’umanità.
Solo un dato in più sulla questione spreco e acqua:  l’acqua utilizzata per coltivare il cibo che buttiamo sarebbe sufficiente a soddisfare il bisogno domestico di 9 miliardi di persone.
La natura non può essere considerata «come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi e siamo parte di essa.
Sfruttando in maniera insostenibile le nostre risorse naturali, l’uomo ha conosciuto un continuo progresso che ora però è messo a rischio dal degrado dell’ambiente naturale: fame e spreco, inquinamento, cambio climatico, deforestazione, ecc.
Dobbiamo riflettere su quanto danno abbiamo fatto impostando questo modello di sviluppo"del dominio",  in cui la politica si è sottomessa all’economia e l’economia alla tecnologia.
È ora di pensare ad un “nuovo umanesimo”. Un invito ad acquisire stili di vita più sobri e virtuosi e ad occuparci delle incidenze nell’ambiente.  Il Papa ci invita alla via del dialogo e della trasparenza nei processi decisionali insieme ad una promozione “della pienezza umana”, cioè, la persona, prima del profitto. Ed è quello che cercheremo di fare oggi qui, per cui, do  la parola ai nostri ospiti, curiosa di sentire, le loro proposte… cominciamo da…

QUESTIONI:
-  quanto l’educazione svolga una funzione centrale per recuperare e ricostruire l’Alleanza tra umanità e ambiente. Educazione ambientale
-  critica dei “miti” della modernità basati sulla ragione strumentale.
-  Rendendo efficiente la catena produttiva e distributiva, trovando modi di redistribuzione efficaci del cibo vicino alla scadenza ma soprattutto educando i consumatori a ridare valore a ciò che mettiamo nei nostri frigoriferi e che spesso da lì finisce nella spazzatura senza nemmeno passare per la tavola. Di pari passo dovrebbe poi andare un ripensamento del sistema produttivo.
-  Genesi (in principio fu...)  Enuma Elish (nelle altezze....) Timeo di Platone (demiurgo, bene, anima della natura, le acque...)

 

#peaceispossible
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