L' intervento sanitario
Un medico della Comunit� visita un
piccolo kosovaro
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Sant'Egidio,
dinanzi ai gravi risvolti sanitari imposti dall'emergenza,
sceglie di rafforzare le strutture sanitarie albanesi
presenti a Kukes, ed in particolare l'unico servizio
ambulatoriale di assistenza materno-infantile della
citt�, gestito dalla Comunit� stessa.
Come � noto, in situazioni analoghe, la porzione
pi� vulnerabile della popolazione � la materno-infantile
e la maggior parte dei profughi Kosovari era costituita
da donne e bambini: bisognava quindi intervenire
immediatamente con un programma di protezione della
salute dei bambini e delle madri, spesso nutrici.
Questo servizio, svolto con totale gratuit�, ha
registrato un flusso di oltre 8.500 assistiti in
meno di due mesi di attivit�. E' stato ridotto solo
dopo il rientro dei profughi in Kosovo, alla met�
di giugno 1999.
I rapporti dell'Unit� di crisi del Governo Albanese
avevano toni apocalittici, peraltro non infondati.
E, mentre gli aiuti tardavano, i profughi erano
assistiti dalla popolazione albanese con le sue
esigue risorse di cibo ed alloggi di fortuna. L'imprevedibilit�
nelle variazioni quotidiane del flusso di profughi
contribuiva ad aggravare le difficolt�.
La difficile
situazione sanitaria del nord dell'Albania comportava
inoltre un elevato rischio di epidemie di malattie
trasmissibili quali infezioni diarroiche o sepsi
meningee. Va notato che gi� nel 1994 vi era stata
una epidemia di Colera nel sud dell'Albania, e l'ultima
epidemia di Poliomielite che ha colpito l'Europa
occidentale � avvenuta nel 1996 proprio in Albania
partendo da Kukes.
La tabella successiva fornisce alcune informazioni
di tale contesto.
Fonte: UNFPA - UNICEF
Albania
e distretto di Kukes- Has. Profilo demografico e
Sanitario |
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Albania |
Kukes |
Numero
di abitanti |
3.182.417 |
104.731 |
Tasso
di Natalit� |
21.96
per 1000 |
34,7 per 1000 |
Tasso
di Mortalit� |
7.54 per 1000 |
7,1
per 1000 |
Tasso
di Mortalit� infantile |
34 per 1000 |
40 per 1000 |
PIL
pro capite in $ |
820 |
n.r |
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Per
quel che riguarda il numero di profughi , l'UNHCR
stimava che in citt� alloggiassero, ospiti di famiglie
albanesi, circa 40.000 profughi. I campi profughi
spontanei pi� importanti erano: il campo della Moschea
al centro della citt�, il Campo Nuovo, il Campo
delle Patate, il Campo di Zabel e il Campo Parco
dei bambini.
Questi campi, costituiti per lo pi� da trattori
coperti da teloni, avevano una popolazione molto
variabile. Alcune stime li valutavano tra 15.000
e 25.000; a queste presenze erano da aggiungere
quelli che transitavano per la citt� solo alcuni
giorni (anche 10.000 persone per una notte o un
giorno).
Nella citt�, sulla piazza della prefettura, vi era
l'area dove venivano concentrati i profughi destinati
ad altre localit�. Il centro pertanto era perennemente
affollato e non era possibile una stima realistica
del numero. Si trattava dei profughi pi� poveri,
i quali, non essendo in grado di mantenersi, accettavano
il trasferimento in campi organizzati dalle autorit�
albanesi e dall'UNHCR in altre aree dell'Albania.
All'inizio di aprile non c'era alcun campo organizzato
a Kukes. Si andava allestendo solo quello vicino
alla miniera " Uzhina" detto Kukes 1, gestito dall'Operazione
Arcobaleno.
La Croce Rossa Italiana appronta un ospedale da
campo e una pista di atterraggio degli elicotteri
per il trasporto dei malati gravissimi.
Il peso dell'ospitalit� ai profughi grava sulle
strutture albanesi, in particolare sugli edifici
scolastici, che brulicavano di gente. Di qui, comunque,
ben presto sarebbero stati sgomberati. Presso la
sede del Comune l'UNHCR distribuiva gratuitamente
una razione quotidiana di pane (500gr per diem per
capite) per un massimo di 10.000 profughi al giorno.
La sanit� pubblica di Kukes era ormai collassata
dalle richieste di aiuto. L'Ospedale Civile affollato
di persone anziane in gravi condizioni, non riusciva
ad accogliere i malati, costretti perci� ad alloggiare
in luoghi vicini in attesa di essere assistiti.
Le organizzazioni internazionali, presenti a Kukes
nei primissimi giorni della crisi, oltre alla Comunit�
di Sant'Egidio,erano le seguenti:
-
l'International Medical Corps con un servizio
di assistenza ambulatoriale per gli adulti
e con alcuni medici che facevano servizio
per i campi;
-
La Croce Rossa Italiana che stava attrezzando
l'ospedale da campo e al momento si limitava
a supportare le urgenze che arrivavano dal
confine
-
Medecines sans confins con una tenda infermeria
sempre al confine per una primissima assistenza
ai profughi di carattere sanitario
-
L'UNICEF che si occupava esclusivamente
di programmare una campagna di vaccinazione
per la Poliomielite e il Morbillo. Successivamente
molte altre ONG e si organizzazioni si aggiungono
nel soccorso ai rifugiati. Il servizio di
Pediatria presso il Poliklinik di Kukes
era di fatto l'unica struttura che cercava
(escludendo il reparto di pediatria che
aveva solo 18 letti) di far fronte alle
richieste di assistenza pediatrica di una
popolazione stimata tra le 70.000 e le 90.000
persone.
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