Biografia a cura di Massimiliano Mori
Donatella è nata a Roma il 3 novembre del 1970. Il padre, ora in pensione, è stato un produttore cinematografico, la mamma era impiegata alla R.A.I. Donatella cresce, è una ragazza normale, molto vivace e piena di interessi, come quelli di tutte le adolescenti: essere alla moda, andare in piscina, al corso di inglese, partecipare alle feste, fare spese, girare in motorino. Dipinge e ama fare collages.
Nell’86 inizia a frequentare il primo anno di liceo linguistico, all’Istituto Falconieri, in zona Parioli. La mattina del 3 Maggio 1987 si sente male a scuola ed entra in coma. Le viene diagnosticato un’angioma celebrale. Viene operata all’ospedale San Camillo, dove resterà per quattro mesi per poi essere trasferita all’ospedale Spallanzani per una infezione contratta durante la degenza.
Segue un’operazione a Stoccolma, per togliere il residuo angiomatico, mettere la valvola interna e ricostruire la calotta parietale esterna sinistra. Ottiene il riconoscimento dell’invalidità e inizia la riabilitazione. Fisioterapia e logoterapia scandiscono gli anni: sei mesi in Francia, dove c’è un istituto riabilitativo importante; tutte le estati in Germania, a Gailingen, per sei anni. Vi si trova un grande centro, diviso per comprensori, strutturato con piccole abitazioni, nel verde. Donatella ha tutta la giornata ritmata dalla fisioterapia: le fa memoria un suo quadernino di appuntamenti, dal quale legge dove recarsi; intanto comincia a camminare da sola, a scambiare qualche parola -anche in tedesco- con le altre persone in difficoltà e con il personale. Insomma fa amicizia e ritorna a stabilire dei rapporti.
Purtroppo questo accesso in Germania diventa complicato burocraticamente, Donatella inoltre comincia a stancarsi. Durante l’ultima permanenza non vuole rimanere e tronca il soggiorno. Anche a Roma , la settimana è scandita da controlli.
Nel 1992 conosce la Comunità di Sant’Egidio tramite una amica di famiglia. Il primo incontro va bene, Donatella è contenta e accetta volentieri l’invito alla Scuola di pittura di Trastevere.
Nel 1994 ha un nuovo e importante disturbo: viene operata al San Camillo e poi trasferita all’ospedale di Perugia dove le viene messa un nuova valvola. Segue un’altra riabilitazione di tre mesi, all’Istituto Santa Lucia di Roma, poi a Trevi, nell’Umbria.
Oggi Donatella vive una certa serenità, le piace sempre uscire con gli amici e con le amiche, nel frattempo ha ripreso a dipingere e ha partecipato a diverse mostre. Per la sua emiparesi può camminare appoggiandosi al braccio e parlare per frasi brevi: a volte la parola giusta non giunge alle labbra anche se è chiara nel suo pensiero.
Fin dai primi giorni di presenza alla scuola di pittura Donatella ha espresso una chiara preferenza per la grafica e il chiaroscuro a matita. Non usa il colore: lavora con gessetti o matite più morbide, sanguigna e sfumini di varie dimensioni; solo raramente utilizza i pennelli per stendere l’acquarello o la china. All’inizio chiedeva consigli; poi pian piano ha preso coraggio e consapevolezza del suo fare. Dal copiato è passata a composizioni astratte secondo la sua fantasia. Dipingere per lei è “una gioia faticosa”, è la possibilità di comunicare perché, il “quadro prega, canta…”.