Biografia a cura di Vittorio Scelzo
Anna è nata a Roma, il 12 agosto 1974. La sua è una famiglia di immigrati del sud Italia, come tante che vivono nel suo quartiere, la borgata romana di Primavalle. La madre viene dalla Campania ed il padre è di origini siciliane. Anna si sente una donna del Sud, le piace parlare in dialetto napoletano e andare in visita ai suoi numerosi parenti che vivono tra Napoli e Caserta.
Primavalle è una delle periferie storiche di Roma, nata negli anni del fascismo all’epoca dei cosiddetti “sventramenti” quando, per far posto alla costruzione di via della Conciliazione e di via dei Fori Imperiali, furono costruiti alloggi popolari per accogliere coloro che avevano dovuto lasciare le loro abitazioni demolite.
Primavalle è anche uno dei quartieri della periferia di Roma in cui la Comunità di Sant’Egidio è stata presente fin dai suoi inizi. La “cappellina” di San Francesco è, nel 1973, il primo luogo di preghiera della Comunità di Sant’Egidio con i poveri della città.
Proprio nei locali della “cappellina” Anna e suo fratello Emiliano hanno incontrato la Comunità all’inizio degli anni ’80, frequentando la Scuola della pace , doposcuola pomeridiano dove Anna ha imparato, almeno un po’, a leggere e scrivere.
Anna descrive l’incontro dicendo: “la Comunità mi ha aperto una vita: ho conosciuto tanti amici, mi ha fatto conoscere l’arte. La Comunità mi ha fatto conoscere il Vangelo di Gesù, mi ha insegnato ad aiutare gli altri, mi ha fatto conoscere come vivono i bambini in Africa”.
Dopo la licenza media, che come lei dice, è “l’unico pezzo di carta che ho”, Anna comincia a frequentare la Scuola di Autonomia Eduard Seguin , un’esperienza avviata dalla Comunità di Sant’Egidio alla fine degli anni ’80 sempre nel quartiere di Primavalle per facilitare l’inserimento sociale delle persone con disabilità intellettiva. Alla “scuoletta”, aperta tutte le mattine, Anna impara a prendere l’autobus, a pagare le bollette all’ufficio postale, a fare la spesa al supermercato. Nel 1993 ottiene il riconoscimento dell’invalidità civile con la diagnosi di deficit intellettivo,ritardo del linguaggio, sindrome comiziale.
Il pomeriggio va alla scuola di pittura dove inizia a dipingere: studia la prospettiva, sperimenta diverse tecniche pittoriche e familiarizza con alcuni autori (in particolare impressionisti) prima di individuare un suo percorso espressivo originale. Il colore per lei è fondamentale: “I colori – dice - sono la base dell’arte”.
Negli anni successivi, con le mostre di pittura “Abbasso il grigio!” e la scelta di sostenere prima l’ospedale di Bissau e poi il programma DREAM , dipingere acquista per Anna significati ulteriori. “Io voglio aiutare le persone a comprendere l’arte. Voglio aiutare le persone chiuse dentro gli ospedali che non sanno che la comunità li può aiutare”. Vendere i dipinti non è l’unico modo di aiutare: Anna pensa alle opere di “Abbasso il grigio!” come ad un’occasione per far conoscere la Comunità e la sua amicizia con i poveri in tutto il mondo.
E poi dipingere è importante perché “i disabili non riescono a far uscire i sentimenti: l’arte li fa uscire. Un pensiero butta giù uno schizzo. Dallo schizzo viene fuori un disegno. L’arte è come quando costruisci una casa e tutto deve andare al suo posto”.
La nascita de Gli Amici e il far parte della segreteria, che è “come un parlamento”, diventano per Anna l’occasione per conoscere il mondo. Si impegna in alcune iniziative,in particolare nella realizzazione del pranzo di Natale per i disabili ospiti del Nomentana Hospital . Ai pranzi di Natale della Comunità di Sant’Egidio , nel 2003, Anna dedica un dipinto. “Il pranzo di Natale è bello, si ricevono i regali. Li prepariamo noi. È una festa da re”. E poi c’è l’impegno per l’Africa, della quale conosce le difficoltà e le speranze. L’Africa è la terra dove “i bambini non hanno un nome, non hanno un giocattolo e lo costruiscono con una lattina di pomodori”, ma “io posso aiutare perché con l’adozione a distanza noi abbiamo dei fratelli in Madagascar ”.
E poi gli Stati Uniti dove si trova il suo amico Johnny – disabile mentale condannato a morte in Texas - cui scrive e manda dipinti.
E i bambini del Pakistan che cuciono tappeti e palloni di cui Anna si è interessata facendo una ricerca su internet per conoscere la storia di Iqbal, per scegliere il tema della sua opera per la mostra “I bambini nel mondo - Il mondo dei bambini”.
Ma il mondo Anna ha iniziato anche a girarlo: è stata a Strasburgo (prima della famiglia a prendere l’aereo) in occasione della mostra de Gli Amici al Parlamento Europeo per l’anno europeo delle persone con disabilità, ed in varie città italiane, per le conferenze di presentazione dei volumi de Gli Amici sulla comunicazione del Vangelo ai disabili .
Oggi Anna svolge un tirocinio lavorativo presso un supermercato, frequenta da alcuni anni il centro diurno La Mongolfiera ed un corso di ballo.
Da alcuni anni è impegnata, assieme a Gli Amici, nella ricerca di un linguaggio originale capace di rendere ragione dei sentimenti che i disabili non riescono a esprimere: “l’idea che stanno scrivendo un libro anche su di me mi fa paura….”.