Biografia a cura di Massimiliano Mori
Gabriele è nato a Roma il 5 aprile 1941. E’ affetto da una forma di autismo che gli rende difficile il controllo dei movimenti e lo condiziona nei gesti della vita quotidiana e nell’espressione verbale. Nel 1970 è stato riconosciuto invalido totale permanente per una encefalopatia fetale.
La famiglia di Gabriele abitava in una bella casa vicino la basilica di San Pietro, nella zona di Porta Cavalleggeri dove Gabriele è nato ed è cresciuto e dove ha frequentato le scuole elementari, imparando a scrivere. Del suo quartiere Gabriele conosce i nomi di ogni strada e di ogni negozio, così come di molte strade e monumenti della città. Ha un suo modo di osservare oggetti o edifici e di coglierne i particolari, come quando descrive il palazzo della Consulta di fronte al Quirinale: “E’ dove ci sono gli angeli che suonano la tromba con i piedi fuori dal cornicione”.
Quando era giovane faceva lunghe passeggiate per la città e ancora oggi questa è una delle cose che gli piace di più. Era accompagnato dal padre - che per la sua formazione militare, lo sottoponeva ad un regime piuttosto severo - e più tardi dal fratello.
Un altro grande interesse di Gabriele è quello per la musica, in particolare la lirica. Quando lo abbiamo conosciuto nel 1988 spesso lo sentivamo cantare ripetutamente frasi musicali: “Noi siam le zingarelle…..venute da lontano,… .”, oppure: “Chi del gitano i giorni abbella…”.
Non erano canzoncine qualunque,ma arie e testi di opere liriche (“La Traviata” e “Il Trovatore” ). Quando siamo andati insieme al Teatro dell’ Opera di Roma ad ascoltare “La Traviata” Gabriele, prima di accomodarsi, si è fermato a guardare ogni strumento dell’orchestra, nominandolo e assegnandogli il posto dove si sarebbe dovuto collocare. Inoltre osservava le persone a lui vicine ad ogni fine romanza, interessato alle loro reazioni. Attualmente oltre ad andare all’Opera ascolta e vede DVD di opere.
Gabriele ha vissuto nella casa di Porta Cavalleggeri fino alla morte improvvisa del fratello, in seguito alla quale, non potendo assolutamente vivere da solo, fu condotto dai servizi sociali nella casa-alloggio di Tor di Nona, dove rimase per due anni Lì ha incontrato alcune persone della Comunità di Sant’Egidio che, in accordo con il suo tutore, gli hanno permesso nel 1990 di tornare a vivere nella sua casa, con l’aiuto gratuito delle persone della Comunità. Gabriele ha ospitato nel suo appartamento altri 5 amici disabili, rimasti soli, dando vita ad una nuova famiglia. Oggi vive in un altro appartamento sempre di sua proprietà, molto più grande, con un bel giardino, nel quartiere di Monteverde, insieme ai suoi amici. La mattina frequenta il centro diurno RI.REI.
Gabriele possiede una sua cultura, che in parte traspare dal suo parlare, che si riferisce a monumenti famosi, canzoni degli anni trenta, brani di opere liriche, nomi di uomini della nobiltà romana. Ma da quando, nel 1998, ha cominciato a comunicare attraverso il computer si è manifestata anche la complessità del suo pensiero e il suo interesse per il mondo. Grazie a questa nuova via di comunicazione ha espresso il desiderio di dipingere, così dal 1999 ha cominciato a frequentare la scuola di pittura di Trastevere.
Il suo atteggiamento verso la realtà e le persone è sempre improntato a curiosità e attenzione.
Se infatti si conversa con lui in modo diretto e gli si raccontano eventi o gli si spiega un pittore, ascolta rapito, guarda in volto l’interlocutore e smette ogni stereotipia o altra attività.
Riguardo alla pittura Gabriele ha scritto recentemente: “Io non dipingo penso”.