La biografia, a cura di Maria De Leonardo, è stata redatta insieme a Franco. E’ lui che ha fornito tutti i dati.
Franco è nato a Roma il 25 dicembre 1956.
Ha vissuto con la sua famiglia nel quartiere di Montesacro fino al 1997. La madre era nata in Francia, vicino Parigi. Si era laureata alla Sorbona in odontoiatria. Franco dice che sua mamma era “dottore dentista”. Il padre Ernesto invece era di Bologna, ingegnere elettronico e lavorava nelle Ferrovie dello Stato.
«Mio padre – ricorda sempre Franco - si era innamorato di lei sul treno».
Come altre persone con disabilità Franco ha dovuto attendere il 1977 e l’integrazione scolastica per frequentare la scuola media, che ha concluso nel 1983.
La sua famiglia, a causa del lavoro del padre, si è spostata più volte. Da Milano ad Andria ed infine, stabilmente, a Roma.
A proposito del padre Franco ricorda che era buono e racconta: «Mi faceva entrare nel suo studio», e, ancora «era commesso viaggiatore per l’Europa». Molte volte Franco aggiunge particolari, non tutti verificabili, ma sono sempre ben detti e dettagliati. Della mamma racconta che “era molto cattolica” e che amava i pellegrinaggi. Con lei è andato a Lourdes ed anche a Gerusalemme, nel 1984. Di quest’ultimo viaggio Franco ricorda bene l’aereo e dice che aveva male allo stomaco, ma che, arrivato finalmente al Santo Sepolcro, è guarito.
La mamma è morta nel 1991 (il padre nel 1979) e Franco ha continuato a vivere per un po’ nella sua casa con il sostegno di due ragazzi dello Sri Lanka, di cui Franco sa data di nascita e molto altro. Per le date ha una memoria particolare, gli piace essere preciso sia se racconta la verità sia se aggiunge particolari di fantasia. Quando ricostruisce la storia della sua famiglia vi aggiunge un po’ di quello che vive lui stesso. Così racconta che per volontà della mamma, il suo studio fu venduto ed il ricavato devoluto per l’Africa, più precisamente per l’Uganda. Franco ci tiene molto all’Africa e in generale vorrebbe essere ancora più utile agli altri.
Franco ha uno spirito indipendente, non sempre è disposto a farsi dire da altri cosa è meglio fare. E’ molto contento de Gli Amici («Della mia vita sono contento di me stesso perché ho tanti amici anche alla parrocchia degli Angeli Custodi e soprattutto al gruppo Sant’Egidio»); ama le riunioni, le assemblee e in modo particolare le catechesi. In questi contesti spicca la sua capacità di raccogliere gli spunti di riflessione e di ampliarli. Spesso cita versetti del Vangelo a memoria o introduce elementi ulteriori nella discussione. Ha la “r” francese ed un linguaggio accurato, a volte con parole che appartengono a generazioni passate. Conversare con Franco è un vero piacere, ed il piacere è evidentemente reciproco.
E’ un lettore accanito, sempre alla ricerca di qualcosa da leggere e portar via, libri, opuscoli e riviste .
Dal 1997 per decisione del fratello è inserito in una casa famiglia della cooperativa Europa a Corso Trieste della quale è stato uno dei primi ospiti. Attualmente frequenta il centro diurno «Casa giocosa» fino alle prime ore del pomeriggio.
Franco ha conosciuto la Comunità di Sant’Egidio nel 2003, quando una delle ospiti della Casa famiglia lo ha invitato alla scuola di pittura nel quartiere di Serpentara e gli ha presenta Gli Amici, che lei frequentava da vent’anni. Franco ha iniziato così ad avvicinarsi alla pittura mostrando grande autonomia per la scelta dei temi e dei materiali da usare. Anche la scelta di ogni singolo colore è connessa al suo interesse per il mondo che è vasto e non vuole limitazioni. Per decidere il suo quadro prima approfondisce l’argomento, ne discute e istituisce collegamenti con ciò che vive, legge e ascolta.
L’incontro con Gli Amici ha rimesso in movimento un po’ tutta la vita di Franco, perché, come lui stesso afferma “anche se c’ho, per esempio, la sindrome di Down, diciamo che piano piano sto alla scoperta di altri orizzonti. Spero che il mio futuro, chissà cosa mi dirà il futuro mio…”.