Biografia a cura di Maria Carosio
Sonia nasce il 10 giugno del 1976 a Roma, nella borgata storica del Tufello, dove tuttora vive insieme ai suoi due fratelli maggiori. Ha un’infanzia difficile segnata dall’assenza del padre, che abbandona la famiglia quando Sonia ha otto anni. Frequenta i primi anni della scuola elementare “Montessori”, senza completare il ciclo: in seguito approderà all’Istituto Medico Psico-Pedagogico “Infanzia Tardiva”, che frequenta tuttora. Con la madre, un’infermiera dal carattere forte, Sonia ha un profondo legame affettivo: la sua scomparsa, dopo una lunga malattia, lascerà in lei un vuoto incolmabile. Attualmente Sonia abita con i suoi fratelli: alcuni giorni della settimana in casa dell’uno, alcuni con l’altro.
Agli inizi degli anni Novanta, quando è ancora adolescente, Sonia incontra le prime persone della Comunità di Sant’Egidio. Comincia un’amicizia gioiosa e fedele, che diventa presto un appuntamento concreto: quello con la liturgia domenicale, celebrata dalla Comunità in una piccola cappella a Serpentara (un quartiere della periferia Nord di Roma), e quello con gli amici della Scuola di pittura, dove la pittura, appunto, diventa motivo di felicità e momento di socializzazione con tanti.
La madre, durante la sua malattia, ci aveva chiesto esplicitamente di aver cura di Sonia e di aiutare i suoi fratelli. Il legame che si instaura è forte e profondo, anche se non sempre si riesce ad offrirle tutto lo spazio di comunicazione di cui avrebbe bisogno. Nel 1998 inizia a comunicare attraverso il computer. Sonia può così esprimere i suoi pensieri e i sentimenti, nonostante il suo certificato di invalidità civile attesti che è affetta da gravissima insufficienza mentale con marcate turbe del comportamento, crisi di aggressività. Nei suoi scritti si avverte un senso di tristezza per non poter dire la propria opinione su tanti aspetti della vita. È per lei motivo di gran dolore, infatti, non poter “QUESTIONARE”, cioè parlare, esprimersi come vorrebbe.
La settimana di Sonia è scandita dalla scuola, le prestazioni dell’assistenza domiciliare, un corso di musica. Poi c’è la scuola di pittura. E’ la domanda che Sonia si faceva da piccola ma che, forse, si pone ancora: “CHIMITIENEOGGIPOMERIGGIO?”. A volte, la sua volontà non può essere rispettata e non sempre riesce a fare quello che le piacerebbe di più.
Di corporatura e di notevole altezza, Sonia ha un aspetto fisico che contrasta con le sue ridotte possibilità verbali ma, quando comunica attraverso il computer, restituisce un pensiero complesso e tutta la problematicità di un corpo che non risponde alla sua volontà. Scrive: “DEVO GIRARE INTORNO. TU NON LO CAPISCI MA IO DEVO STUPIDAMENTE FAR RUOTARE IL MIO CORPO NELLO SPAZIO, PER PROGETTARE LO SPAZIO”.
In realtà Sonia comunica anche attraverso gesti affettuosi ed una prorompente simpatia. Alcune persone della Scuola di Pittura condividono con lei da anni i percorsi “diversi” della scuola speciale, dei viaggi nel pulmino che “porta e riporta” da scuola, delle attività con le cooperative di assistenza domiciliare, in una frequentazione quasi quotidiana. Sonia, è molto legata a queste amiche, in particolare a Micaela e a Rosa, che è una persona Down: insieme costituiscono “il nucleo storico” del Movimento de Gli Amici di zona Nord.
L’arte è per Sonia “COLORARE IL DOLORE”. Il proprio dolore, innanzitutto, ma anche quello di tanti. A proposito dell’opera realizzata per la mostra “Abbasso il grigio!” 2005 sul tema dell’Africa, Sonia scrive: “SPREMUTA L’AFRICA, CHI LA POTRÀ COLORARE DI NUOVO?”. La sua pittura esprime un senso di vicinanza con chi soffre, con un continente “spremuto” dal Nord ricco, con i bambini dall’infanzia difficile (“VOGLIO DIPINGERE PER TUTTI I DAVID COPPERFIELD”), con il “POPOLO DEI PAZZI COME ME”.
Ma allo stesso tempo Sonia – tramite il computer – conferma anche il suo carattere gioioso ed amichevole: si definisce “CICCIONONA, SIMPATICA, ARTISTA, AMICA”.