Biografia a cura di Giuseppe di Pompeo. La biografia è stata poi riletta e autorizzata da Maurizio Valentini.
Maurizio nasce a Roma il 20 settembre 1963 a piazza Bologna. A 5 anni si trasferisce a Montesacro che rimarrà sempre il suo quartiere del cuore anche se lo lascerà nel 1983 per andare a Colle Aniene. Frequenta una scuola speciale per disabili fino alla quarta elementare e, dopo la chiusura di questa, completa nella scuola normale il ciclo dell’obbligo. Un ricordo della scuola speciale: “Ogni anno di scuola normale erano due anni di scuola speciale, ho fatto la quinta elementare a 15 anni! Non ti dico come sapevo a memoria le poesie!”. Continua con un corso di formazione professionale di 3 anni per elettricista e radiotecnico.
Alla fine del 1983 incontra la Comunità di Sant’Egidio e poi “Gli Amici”. Gli amici sono in qualche modo la risorsa in più in una vita in cui non mancavano stimoli e relazioni.
Innanzitutto comincia ad apprezzare il piacere di una compagnia non casuale: le tante amicizie che Maurizio aveva, erano comunque belle, ma, come dice lui stesso, quella con Gli Amici era più “impegnata” e più “completa”. Quindi, anche se un po’ in ritardo, vive una esplosione di vivacità adolescenziale che lo porta ad essere punto di riferimento creativo e divertente per tanti .
Le sue conoscenze di elettronica (non saprei quanto imparate a scuola o leggendo innumerevoli libretti di istruzioni) ne fanno un prezioso alleato per chi vuole riparare una radio o cercare l’ultimo accessorio elettronico da regalare. Fra le tante passioni, si sviluppa in modo particolare quella per la fotografia. La macchina fotografica diventa uno strumento inseparabile e i suoi migliori soggetti sono ...Gli Amici. Oggi il suo archivio fotografico, gran parte informatizzato, è invidiato da molti. Quasi tutte le competenze di Maurizio sono cresciute e si sono sviluppate in funzione degli altri, nel confronto con essi, in relazione con loro.
Nel 1988 comincia a farsi sentire il peso di una scuola senza sbocco. Alcuni suoi amici vivono lo stesso problema, come Antonella o Flavia che fanno anche sei anni di tirocinio per poi sentirsi rispondere che non sono in grado di lavorare. Per Maurizio forse è ancora peggio.
Il certificato di invalidità del 1986 attesta le seguenti minorazioni: “Insufficiente mentale di media gravità; difficoltà di ragionamento grave; crisi epitimiche e disfoniche complicano il quadro di base.” Ottiene quindi una invalidità civile del 70%. Ma non scandalizza tanto questa diagnosi, quanto l’attestazione che la segue, prestampata sul certificato e che il medico legale con un colpo di penna approva: “Si attesta altresì che l’invalido per la natura e il grado della sua invalidità è di pregiudizio alla salute ed incolumità propria e dei compagni di lavoro e alla sicurezza degli impianti,....”. Chiaramente con questa dicitura è impossibile trovare alcun tipo di lavoro. Chiede una nuova visita di accertamento di invalidità per la riduzione della stessa e il 10 maggio del 1990, dopo vari incontri e mediazioni con la commissione, ottiene il riconoscimento di invalido civile con la stessa percentuale di invalidità, ma senza l’attestazione di pericolosità.
Per rispondere al problema di Maurizio e a quello simile di altri amici, la Comunità crea per loro e con loro, una cooperativa sociale nel campo della ristorazione. Un “basso” nel quartiere di Trastevere costituisce il primo locale (sei tavoli da due coperti) in cui lavorano inizialmente tre persone con disabilità, tra cui Maurizio, che è socio fondatore della cooperativa.
Nel 2000 il piccolo locale si trasferisce a Piazza Sant’Egidio e diventa la Trattoria degli Amici. Maurizio inizia la sua lunga carriera di sommelier, riscuotendo un notevole successo in simpatia e capacità. Tratta autonomamente con i fornitori, segue gli ordini di acquisto e non gli sfuggono gli aumenti di prezzo dei diversi vini. Anche in questo lavoro Maurizio si caratterizza per una sua originalità: è completamente astemio! Riesce però a trasformare questo suo “limite” in occasione di nuovi interessi e competenze: ascolta il parere degli avventori sui diversi vini, presenta il catalogo, chiede, provoca, insiste, si immedesima e alla fine sembra proprio che quel vino l’abbia assaggiato; il cliente è a suo agio, si sente capito e questo è il miglior risultato per un cameriere.
Nel 1987, a Serpentara, Maurizio aveva cominciato a frequentare la prima scuola di pittura della comunità di Sant’Egidio e per anni si è cimentato con ...teschi , tibie, tarso e metatarso..... guidato dai suoi un po’ ”svitati insegnanti” Cristina Cannelli e Massimiliano Mori ….
La precisione fotografica unita ad una tenacia senza precedenti, erano fin dall’inizio evidenti nella capacità di porre attenzione ai più minuti particolari di un’opera da studiare. Come tutti, all’inizio della scuola di pittura, anche Maurizio si è esercitato a lungo nello studio di maestri noti e meno noti, prediligendo paesaggi e studi di architetture. Poteva lavorare anche più di un anno su un acquerello di piccole dimensioni senza stancarsi nel tentativo di raggiungere la copia “fotografica” dell’originale. Una volta un incidente di percorso – una boccetta di china verde versata sul foglio di lavoro – dopo averlo lasciato esterrefatto gli suggerì l’allegria delle variazioni, conducendolo ad immaginare le infinite possibilità del colore e delle forme.
Una vita di relazioni intensa, un lavoro che gli dà soddisfazione, la possibilità di poter coltivare le sue passioni (in primis la fotografia), lo hanno fatto crescere e, dopo un percorso di studio appassionato e di lungo apprendistato pittorico, lo hanno portato oggi ad esprimersi artisticamente in forme totalmente astratte e concettuali.